Nella classifica delle start up innovative internazionali ce n’è anche una italiana.

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Rientra tra le cento migliori start up fintech al mondo, nel rapporto elaborato da Kpmg e dal fondo di investimenti H2 Ventures: è Satispay, la startup che ha progettato un “borsellino” elettronico per effettuare pagamenti digitali dal telefonino. Per gli autori della ricerca, la società crescerà nei prossimi anni, tanto da rientrare nella categoria Emerging stars per il volume di capitale raccolto, il grado di innovazione e la peculiarità della sua attività. E’ la prima volta che un’impresa italiana del fintech accede alla classifica internazionale.

L’Italia inizia a produrre innovazione – ma soprattutto – riconoscimenti internazionali. E se gli Stati Uniti presentano ben 19 società finanziarie innovative nella classifica, seguita dall’Australia (10) e dal Regno Unito (9).

Infrastruttura lenta e burocrazia pesante: l’Italia paga uno scotto soprattutto in fatto di start up. Nei 4 settori analizzati dall’Osservatorio fintech e digital finance del Politecnico di Milano – agroalimentare, industria 4.0, turismo e finanza – le start up italiane sono in media il 10%, arrivando ad un misero 2% nel terzo settore e all’1% nel quarto.

Anche Accenture ha analizzato le startup del settore finanziario: su 3.000 inviduate a livello mondiale, 115 sono in Italia e hanno ottenuto 33 milioni di euro di investimenti su un movimento globale di 70 miliardi. Per vedere il bicchiere mezzo pieno: è poco, ma non è niente, se consideriamo anche Moneyfarm, che guida i risparmiatori nell’investimento dei loro denari, o Credimi, che effettua l’anticipo delle fattura. Pochi esempi nazionali che – si spera – diventeranno trend d’avanguardia per il futuro dell’innovazione italiana.

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